«Piazza San Carlo non perderà il ponte emerso dagli scavi». «Diventera’ parte integrante del parcheggio sotterraneo»
9 gennaio 2005
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Il Soprintendente ai Beni Architettonici valuta gli interventi del Comune «Il Valdo Fusi non mi piace affatto, siamo pronti a dare un parere I Gianduiotti di Atrium dovranno essere rimossi dopo le Olimpiadi»
«Il secentesco ponte affiorato nel corso degli scavi del parcheggio di piazza San Carlo non andrà perso. Diverrà elemento di richiamo storico all’interno della futura rimessa sotterranea, dove si conserveranno visibili anche le tracce dei bastioni urbani identificati quasi all’angolo di via Maria Vittoria. I cantieri avviati non devono essere strumenti di distruzione, ma mezzi di conoscenza». Francesco Pernice, il Soprintendente ai Beni architettonici del Piemonte, nell’annunciare la notizia, coglie l’occasione per fare il punto anche sul controverso parcheggio realizzato in piazza Valdo Fusi, sul domani del Palazzo Passanti che accoglie gli uffici tecnici del Comune e sull’Atrium di piazza Solferino. «In piazza San Carlo - spiega - sono venute alla luce testimonianze storiche di cui dobbiamo tenere conto. Non sono incompatibili con il futuro parcheggio sotterraneo. I piloni del ponte che nei primi anni del Seicento varcava il fossato della cinta urbana potranno essere conservati». Come? «Ad opere finite la loro mole non emergerà dal piano del parcheggio come oggi appare. Li rifileremo uniformi. Rimarranno a filo del pavimento, in modo che non impediscano l’uso dell’impianto, ma lo caratterizzino, diventino richiamo turistico, incentivino i cittadini ad utilizzarlo, come già succede con le antiche ghiacciaie che fanno bella mostra di sè nel parcheggio di piazza Emanuele Filiberto. Chiederemo inoltre al Comune di arredare le pareti del parcheggio di piazza San Carlo con cartelloni che illustrino l’evoluzione storica del sito e che riproducano anche una ricostruzione virtuale dei bastioni che lo occupavano prima che la piazza venisse fondata». Riguardo il parcheggio di piazza Valdo Fusi Pernice si augura che «si riapra il dibattito per correggerlo e renderlo più gradito ai torinesi». «Quando venne concepito - spiega - la Soprintendenza non aveva competenza per esprimere un parere. La legge lo prevedeva solo per edifici vincolati e per piazze storiche. Ora però il nuovo codice dei Beni Culturali consente alle Soprintendenze di dire la loro anche sulle prospettive paesaggistiche, quale ad esempio quella del magnifico Ospedale San Giovanni che guarda sulla piazza Valdo Fusi. Ma il nostro parere deve essere richiesto». Da chi? «Potrebbe farlo il Comune stesso. Mi pare che Carlo Olmo, il consulente incaricato dal Sindaco Chiamparino di vegliare sulla qualità delle trasformazioni architettoniche della città, abbia già manifestato qualche perplessità». Che cosa c’è che non va? «Si è detto e pubblicato sui giornali che la baita prevista al centro dell’area verde andrebbe ripensata e che si potrebbero ingentilire con piante e verde le linee perimetrali del parcheggio, che hanno destato alcune critiche». E’ il parere ufficiale del Soprintendente? «Sono d’accordo con le riflessioni manifestate da Olmo, ma prima di esprimermi come Soprintendente dovrò tenere conto di tutte le informazioni che mi verranno sottoposte in merito». Che cosa ne pensa invece il semplice cittadino Francesco Pernice? «Che quel parcheggio così com’è non mi piace per niente». Il Soprintendente ha un pensioro anche su «Atrium»: i due grandi ambienti realizzati in piazza Solferino per le Olimpiadi del 2006. «So che la gente li chiama i “gianduiotti”. Dico che sono provvisori, abbiamo consentito alla loro realizzazione ad una condizione. Che appena finite le Olimpiadi siano trasferiti altrove, curando che la piazza ritrovi i suoi spazi. Non attenderemo un giorno di più». Che cosa succederà invece al Palazzo Passati, che ospita gli uffici tecnici del Comune davanti al Duomo? «Per ora rimarrà com’è. Le ipotesi di trasformarlo per le Olimpiadi sono cadute, perchè non abbiamo il tempo necessario». Il progetto ipotizzato dall’architetto Aimaro Isola è ancora valido? «L’ipotesi di mimetizzare il palazzo con una quinta arborea è per ora sospesa. Mentre le colonne policrome che dovevano cingere l’area archeologica sono state ridimensionate. Saranno meno appariscenti, grandi appena quanto sarà necessario per reggere la cancellata».